Tra i vari microrganismi patogeni che motivano i richiami alimentari, si distingue tra i più frequenti l’Escherichia coli nei suoi ceppi più aggressivi che provocano non solo infezioni intestinali, ma anche infezioni alle vie urinarie fino a patologie particolarmente gravi.
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Escherichia coli: come avviene il contagio e cosa sapere
L’Escherichia coli è una specie di batterio che fa parte della flora batterica intestinale, contribuendo alla sua regolare attività. Presente negli esseri umani e negli animali a sangue caldo, l’Escherichia coli è tendenzialmente una presenza funzionale.
Tuttavia, alcuni ceppi si caratterizzano per essere produttori di tossine. Parliamo di Escherichia coli produttori di Shiga tossina o verocitotossici (STEC o VTEC) che sono soliti comparire nelle motivazioni dei richiami alimentari degli operatori del settore alimentare o del Ministero della Salute.
Questi batteri patogeni hanno diverse vie d’accesso all’organismo umano come ad esempio l’ingerimento di acqua e cibi contaminati o il contatto con animali infetti. Gli alimenti che possono essere veicolo di contagio sono principalmente la carne cruda o poco cotta, il latte crudo (non pastorizzato) e formaggi derivati, frutta e verdura consumata fresca, come l’insalata.
Un’informazione utile da tenere a mente è che l’Escherichia coli è sensibile al calore, quindi una buona cottura degli alimenti consente la sua eliminazione.
In ogni modo, occorre dedicare attenzione sia alla manipolazione dei cibi sia alla disinfezione di superfici e utensili utilizzati per la preparazione dei pasti, purtroppo in grado di contribuire alla contaminazione batterica.
Il contagio da Escherichia coli può avvenire inoltre anche per via oro-fecale tra persone vicine, dunque si capisce come diventi essenziale mantenere un alto livello di igiene in tutti i momenti critici: dalla preparazione degli alimenti al contatto con le persone, soprattutto quando sintomatiche.
Escherichia coli: i sintomi e i consigli dell’Istituto Superiore di Sanità
I sintomi dell’infezione da Escherichia coli possono interessare l’intestino portando problematiche come dolori addominali, vomito, forte diarrea anche con sangue, nausea e febbre. Oltre l’intestino, un’altra area tipicamente colpita è il tratto urinario causando cistiti, uretriti e infezioni di varia entità.
In linea generale, al fine di effettuare una diagnosi precisa, se si manifesta la necessità di cercare la presenza del batterio nelle urine o nelle feci, possono essere prescritti dal medico esami specifici come l’urinocoltura o la coprocoltura.
I bambini, gli anziani, i soggetti più fragili possono andare incontro a forme molto serie di infezioni causate da Escherichia coli che, nel caso delle donne in gravidanza, possono arrivare a mettere a rischio la sopravvivenza del feto.
L’infezione da Escherichia coli può quindi portare un grande rischio per la salute, ma ciò dipende dal grado di patogenicità del batterio. Di solito, un’infezione da Escherichia coli senza complicazioni presenta un decorso sostenibile con un supporto medico limitato. Tuttavia, il medico deciderà sulla base dei sintomi la terapia giusta nel soggetto interessato. Ovviamente è fondamentale affidarsi alla valutazione dello specialista e non ricorrere a farmaci di propria iniziativa.
Parallelamente, sarà opportuno seguire le linee guida diffuse dall’Istituto Superiore di Sanità per prevenire o limitare in modo efficace le infezioni da Escherichia coli:
Al primo posto, lavare le mani con sapone e acqua calda per un tempo non inferiore a 40 secondi in più momenti durante la preparazione dei cibi e in generale, dopo aver utilizzato il bagno e dopo il contatto con animali o aree da loro frequentate.
Procedere alla disinfezione frequente e accurata degli ambienti della cucina e del bagno è altrettanto importante. L’Istituto Superiore di Sanità consiglia di utilizzare candeggina domestica immediatamente dopo episodi sintomatici come vomito e diarrea.
Per quanto riguarda invece la preparazione del cibo, le buone regole contro il rischio Escherichia coli sono: cuocere tutti gli alimenti, soprattutto carne, a una temperatura superiore ai 70°C, preferire latte e latticini pastorizzati e se si hanno bambini o anziani a casa, meglio evitare il formaggio a latte crudo, perché un’eventuale contaminazione da Escherichia coli può portare a infezioni gravi.
Inoltre, occorre lavare in modo accurato frutta e verdura, a maggior ragione se consumate crude, avere sempre cura di tenere gli alimenti crudi separati da quelli cotti, così come di igienizzare gli utensili dopo ogni singolo utilizzo, per evitare le contaminazioni crociate.
Escherichia coli: risorse aggiuntive per donne in gravidanza e bambini
L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe) ha diffuso una serie di consigli approfonditi per le donne in gravidanza in ottica di prevenzione contro i rischi microbiologici che Escherichia coli e altri microrganismi patogeni possono portare, attraverso gli alimenti, nel periodo della gestazione.
Per avere invece una sintesi completa e colorata, a uso di bambini e genitori, si può scaricare l’informativa realizzata dall’Istituto Superiore di Sanità con i 10 consigli per proteggere i bambini dalle infezioni da Escherichia coli STEC.
Proprio perché la contaminazione da Escherichia coli è invisibile a occhio nudo e non altera in nessun modo gli alimenti, è necessario seguire le buone regole di igiene, manipolazione e preparazione degli alimenti e farne pratica quotidiana in modo che la sicurezza alimentare vada a integrarsi pienamente nel proprio stile di vita .
Fonti:
Istituto Superiore di Sanità – Escherichia coli produttore di Shiga tossina
Campagna Alimenti & Gravidanza (IZSVe) – Escherichia coli